Marie Antoinette è un film diretto da Sofia Coppola del 2006, che vede come protagonista nei panni della sovrana, Kirsten Dunst. Sofia Coppola fa di questa pellicola una fotografia inedita della figura di Maria Antonietta. Non è un film storico, né storicamente accurato, come ha espressamente indicato Coppola, ma è una rappresentazione rivisitata con occhio moderno della Regina di Francia. C’è quindi la necessità in Marie Antoinette di lasciare fuori dall’opulenza di Versailles la Storia e concentrarsi invece sulla figura della giovanissima e affascinante regina.
Maria Antonietta è la leggendaria sovrana adolescente, figlia dell’imperatrice d’Austria e promessa sposa di Re Luigi XVI (Jason Schwartzman). Ad appena quattordici anni, Maria Antonietta arriva alla sfarzosa corte di Versailles. La giovane regina, per scongiurare la sua profonda solitudine, decide di dedicare la sua esistenza alle frivolezze, rimanendo impigliata in scandali e congiure di palazzo che avranno come apice la Rivoluzione Francese, dove incontrerà la sua morte passando alla storia come una sovrana incompresa.
L’appena diciannovenne regina di Francia interpretata da una pallidissima Kirsten Dunst non riesce a reggere le responsabilità che le vengono affidate, così come il suo consorte vent’enne Luigi XVI inizia incerto il suo ruolo nella politica. La monotonia e la prigionia di un mondo che la chiama in modo disprezzativo “l’Austriaca” per via delle sue origini e non perde occasione di voltargli le spalle, lei decide di abbandonarsi al lusso sfrenato, ai balli e a gioco.
La Rivoluzione Francese però si avvicina e i toni del film si fanno più cupi, cosa che si riflette anche sugli abiti di Marie Antoinette. La Regina di Francia viene odiata dai suoi sudditi per via della poca attenzione nei loro confronti e per via delle esorbitanti spese a cui non rinunciava. Non è necessario mostrare ciò che successe il 16 ottobre del 1793, il processo e la ghigliottina: il pathos degli sguardi tra Luigi e Maria Antonietta sono tutto ciò che ci viene servito per assaporarne il dramma che arriva, nonostante tutto.
L’anima new-romantic della pellicola è ciò che la rende così accattivante, già dalla scelta dei titoli di testa in rosa shocking e dalla scelta di una colonna sonora punk rock anni Ottanta che ne coglie lo spirito adolescenziale. Marie Antoinette non è quindi un film che cerca di descrivere la Versailles del Settecento, ma che attraverso suoni, immagini e sentimenti porta avanti il suo animo dissonante.
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