The OA spiegata bene

The OA è una serie televisiva andata in onda su Netflix nel 2016 ed è composta da due stagioni. La serie è incentrata sulla storia di PA (interpretata da Brit Marling) che racconta la sua storia e la sua scomparsa per ben sette anni. La giovane non era scomparsa di sua volontà, ma venne rapita da Hop uno scienziato, (interpretato da Jason Isaacs) rinchiusa e sottoposta a una serie di esperimenti misteriosi insieme a quattro ragazzi.

L’obiettivo di Hop, era quello di comprendere le esperienze pre morte a cui tutti e cinque i giovani avevano avuto accesso almeno una volta. Le giovani vittime erano sottoposte continuamente a torture da parte del loro carnefice con lo scopo di provocare loro morti temporanee in modo da approfondire ogni aspetto del fenomeno. Ma in The OA c’è spazio anche per il romanticismo.

The OA spiegata bene

PA la protagonista si innamora di uno dei prigionieri, Homer (interpretato da Emory Cohen) i due si promettono la salvezza reciproca una volta riusciti a scappare. Durante la seconda stagione scopriamo che quello che i cinque ragazzi provano durante la prima stagione non sono altro che salti in altre dimensioni.

Vi avvertiamo che l’articolo contiene spoiler! Se siete curiosi continuate a leggere!

Il fulcro della serie tv sono i viaggi in dimensioni parallele, quello che noi pensavamo durante la prima stagione fossero esperienze pre morte in realtà sono salti dimensionali. I salti dimensionali non vengono fatti con una precisa direzione, ma per capire affondo la direzione dei salti bisogna soffermarsi sul mistero che si cela dietro la villa abbandonata e il mistero che si cela dietro la sparizione di Michelle.

Ebbene si la seconda stagione appare molto più complicata della prima perché ricca di misteri e salti temporali, quindi vi consigliamo di seguirla molto attentamente. Ma torniamo al mistero della seconda stagione, la giovane Michelle (Ian Alexander) sparisce in seguito alla risoluzione di un puzzle game per smartphone creato dal fondatore dell’azienda CURI. Alla base dell’ideazione del gioco c’è il sogno, ciò che accomuna i sogni analizzati al fine di programmare il puzzle game è che sono tutti sogni premonitori.

La villa che poi diventa parte importate di The OA, è stata costruita su un terreno particolare, si tratta di un centro energetico il cui ruolo può essere paragonato a quello che c’è sull’Isola in Lost. La villa abbandonata è il centro di tutto, colui che cerca la ragazza sparita può vedere le varie dimensioni senza perdersi. Per passare da una dimensione all’altra i soggetti praticano dei particolari movimenti di danza che si tramandano da soggetto a soggetto.

The OA spiegata bene
L’ultimo episodio della seconda stagione di The OA spiega un po’ quello che lo spettatore si chiede da tempo, come vedere le cose. Karim, l’investigatore che cerca la ragazza scomparsa, come lo spettatore cerca di capire cosa sta accadendo e ogni cosa che vede suscita in lui un senso di meraviglia, un po’ come il bambino quando fa le prime scoperte. Ecco il senso di The OA è anche questo, vedere le cose che accadono da diverse angolazioni, trovarsi nel punto giusto al momento giusto infatti ci permette di vedere le cose nel loro insieme.

I passaggi da una dimensione all’altra avvengono con la morte della persona che salta, PA nell’ultimo episodio della prima stagione salta nella dimensione di Nina e muore, il vecchio deve fare posto al nuovo non c’è spazio per due personalità. Ma il caso di Nina/PA è un po’ diverso lei infatti nella seconda dimensione che incontra fa fatica a convivere con le due realtà psichiche, questo ci fa intendere che una parte del vecchio viene conservata con il salto e convivere con le due diventa difficile.

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